a cura di Simone Magherini, Fondazione Vittorio e Piero Alinari, «Arte e Letteratura», 4, Firenze, Società Editrice Fiorentina 2009.
Il numero dei partecipanti e la qualità delle opere selezionate per il Catalogo del Premio Vittorio Alinari (2007-2008), «Verso l’alto, con i piedi in terra». Torri e campanili di Toscana, confermano ancora una volta il valore della “missione” che la Fondazione Vittorio e Piero Alinari, grazie al contributo gratuito dei suoi membri e delle commissioni giudicatrici, svolge ormai a cadenza annuale con bandi selettivi delle migliori espressioni artistiche, provenienti non solo dal vicino e ricco territorio toscano, ma anche da esperienze di ambito italiano e internazionale.
Il tema prescelto (una libera rielaborazione di una frase dell’architetto Eero Saarinen, scritta a commento dei disegni per il grattacielo della CBS a New York, «Voglio un edificio ben piantato a terra e scattante verso l’alto»), insistendo sulla «verticalità nell’architettura toscana, intesa nel suo più vasto significato» (sacra o profana, industriale o rurale, di ieri e di oggi), ha permesso ai concorrenti di tentare una visione inedita degli aspetti attuali di un fenomeno (il rapporto tra terra e cielo) troppo spesso confinato all’interno di una stereotipata immagine da cartolina-ricordo con case, torri, chiese e campanili. Nelle opere premiate, come in quelle menzionate (la giuria all’unanimità ha stabilito, non essendo previsto da regolamento la possibilità di un ex-aequo, oltre al premio al vincitore anche un premio straordinario), si percepisce che il motivo della “verticalità” è definitivamente sottratto a un’intenzione di dominio sulla natura e sulle cose.
Sia in presenza di raffinati e colti spazi letterari, dove torri e campanili diventano segno (rimando e presenza) del rapporto dell’uomo con il cielo, sia negli spazi della quotidianità disegnati dal lavoro umano (cantieri, strade e fabbriche), l’ineludibile tensione verso l’alto si trasforma in un inquieto viaggio dell’anima verso la profondità dell’essere. Tratto questo sicuramente comune alle due opere premiate, anche se raggiunto con tecniche e soluzioni diversissime. Nella tavola di Lucia Stefani, In giro per Firenze, l’attraversamento delle porte cittadine dilata lo spazio orizzontale della città in una trama di strade che abbassano e includono San Miniato al Monte in una sorta di “città ideale”, annullando così la linea di separazione tra alto e basso, tra ideale e reale. Nella fotografia digitale di Giacomo Salizzoni, Verticalità, l’elaborazione grafica agisce su un’immagine ad alta densità di significato producendo un effetto straniante, la vertigine di un io che si affaccia su un cielo che ha la profondità di un abisso.
Si ringraziano di cuore tutti coloro che hanno contribuito alla riuscita del Premio, dai partecipanti alla Giuria, e in modo particolare Carlo Sisi che non fa mai mancare la sua competente e amica presenza a favore dell’arte contemporanea e dell’attività della Fondazione Vittorio e Piero Alinari. Un ultimo e doveroso ringraziamento va all’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, senza il cui generoso contributo finanziario questa pubblicazione non sarebbe stata resa possibile.
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